GESTIONE DELLA VEGETAZIONE: SUMMIT SULLA DIFESA IDRAULICA DEL TERRITORIO

Data:
15 Marzo 2024

Tra chi pretende di trasformare l’ambiente fluviale in un giardino all’inglese e chi protesta per la rimozione di una pianta anche secca e pericolante… ci sta di mezzo la sicurezza idraulica di un territorio.

La gestione della vegetazione nei corsi d’acqua è uno degli aspetti fondamentali e più delicati della manutenzione ordinaria del reticolo idrografico affidato in gestione ai Consorzi di bonifica dalla Regione Toscana: circa 36.000 km  di tratti,  6.500 km solo nel comprensorio Alto Valdarno, dove opera l’omonimo Consorzio di Bonifica.

Intervenire su piante arboree, erbacee e arbustive serve infatti per garantire un corretto deflusso, prevenire allagamenti e preservare la biodiversità.

 “Operando sui corsi d’acqua dobbiamo affrontare in modo attuale e coordinato il tema della gestione della vegetazione,  tenendo conto delle nuove tecniche che si stanno sperimentando e dei nuovi bisogni del territorio, aggravati da eventi meteorologici diversi rispetto al passato. E’ nata da questo l’esigenza di una giornata di approfondimento per esaminare tutti gli aspetti tecnico-normativi che regolano un’attività, apparentemente semplice, ma in realtà complessa e articolata”,  ha spiegato il Direttore Generale del Consorzio Francesco Lisi.

Cosi a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, l’Ente, in collaborazione con Anbi (Associazione nazionale Consorzi di Bonifica e Irrigazione) e Anbi toscana, il 14 marzo, ha chiamato a raccolta esperti, rappresentanti delle istituzioni, decisori politici e operatori per discutere e individuare le migliori pratiche e le ultime innovazioni utili a preservare e proteggere l’ambiente idrico e ad aumentare la sicurezza idraulica dei territori e dei cittadini.

“Rimuovere la vegetazione in eccesso riduce il rischio di ostruzioni, favorisce  la circolazione e  migliora la qualità dell’acqua, contribuisce alla salute degli ecosistemi acquatici e assicura la protezione del territorio circostante. Insieme vogliamo verificare le modalità e i tempi più corretti per una gestione sostenibile dei corsi d’acqua”,  ha aggiunto la Presidente Serena Stefani.

Il professor Gabriele Marra, docente di  Diritto Penale dell’Ambiente, ha sottolineato i riflessi penali in caso di mancata  manutenzione dei corsi, illustrando un percorso normativo e giurisprudenziale, soffermandosi sulle attuali criticità interpretative.

A tracciare il quadro normativo regionale ci ha pensato il dottor Sandro Pieroni, dirigente del settore Agricoltura della Regione Toscana: Con un taglio molto pratico, ha illustrato la normativa regionale e, con l’aiuto di casi pratici.

Il Generale Nazario Palmieri, Comandante dei Carabinieri per la Tutela Forestale e dei Parchi, partendo dal Testo Unico dell’Ambiente, ha sottolineato l’importanza di garantire l’officiosità dei corsi d’acqua e la loro efficienza, attraverso una piena sinergia di tutti i soggetti coinvolti. “Sicurezza idraulica e tutela degli ecosistemi devono coesistere”.

Nella conduzione della giornata, Massimo Gargano, direttore generale di ANBI, l (Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), ha avuto modo di sottolineare: ““Da tempo è in atto un’approfondita riflessione nel mondo dei Consorzi di bonifica ed irrigazione sulla ricerca di un nuovo equilibrio fra le imprescindibili necessità di pulizia dei corsi d’acqua ed il rispetto delle esigenze degli ecosistemi: è la cosiddetta manutenzione gentile, su cui è stato realizzato anche un apposito manuale. Accanto a ciò, però, va anche denunciata la diffusa inciviltà di quanti scambiano i corsi d’acqua per discariche, aggravando l’onere ed i costi di chi è deputato a mantenere efficienti gli alvei per la sicurezza idrogeologica delle comunità e del loro ambiente.”

L’incontro, ospitato dal Borgo Palace Hotel di Sansepolcro, è stato aperto dal sindaco Fabrizio Innocenti che ha ricordato: “Il ruolo dei Consorzi di Bonifica è ormai strategico. Sono i preziosi alleati delle istituzioni e dei territori da esse amministrati, con la loro opera finalizzata alla sicurezza idraulica, alla difesa del suolo, alla manutenzione dei corsi d’acqua. Un lavoro fondamentale, soprattutto in aree come la nostra, dove abbondano corsi d’acqua, attività agricole e risorse naturali. In Valtiberina abbiamo del resto toccato con mano di recente il loro supporto, durante la vasta opera di manutenzione ordinaria che ha permesso di rimettere in sesto il reticolo dell’intera vallata, con circa ottanta chilometri di sponde sottoposte a sfalcio e taglio selettivo della vegetazione, alla movimentazione dei sedimenti e alla sistemazione delle opere idrauliche”.

Prezioso è stato il contributo portato dalle organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Cia, Confagricoltura Arezzo che hanno rimarcato l’importanza della partnership tra le imprese locali e il Consorzio di Bonifica, da sempre alleati per migliorare la sicurezza idraulica del territorio: un’opportunità per tenere sotto controllo la vegetazione e, con essa, i corsi d’acqua ma anche una preziosa integrazione del reddito per le realtà che vivono e operano nel comprensorio.

Protagonista del convegno è stato infine  il progetto “Le sentinelle dell’Arno e il legno da ostacolo diventa opportunità”, elaborato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno con un pool di aziende agricole del territorio e finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

“È   uno dei 10 progetti finanziati dal Ministero sul bando per la raccolta del legname depositato naturalmente nell’alveo dei fiumi, relativo al decreto n. 153055 del 13 marzo 2023, l’unico ad avere come partner un Consorzio di Bonifica. Questo perché in una regione come la Toscana, che tanto si è impegnata nella difesa del suolo e che, attraverso la legge regionale 79/2012, è intervenuta per  migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema della bonifica,  grande è l’attenzione alla gestione della vegetazione nei corsi d’acqua. Un ruolo strategico ha  il recupero del legname caduto che potrebbe rallentare o impedire il deflusso delle acque e che, grazie al progetto, da ostacolo si trasforma in opportunità. Il nostro progetto infatti prevede la formazione e l’addestramento di “sentinelle” capaci di individuare le criticità e di operatori preparati per intervenire e recuperare le piante in acqua, con il minore impatto possibile sull’ambiente. L’operazione interesserà l’Arno che, insieme al Tevere, è non solo il fiume più importante del nostro comprensorio, ma anche il più attenzionato a livello regionale, insieme al suo reticolo minore”, conclude la Presidente mostrando alcuni casi “critici” segnalati dai “custodi” del fiume.

Complimenti della dottoressa Alessandra Stefani della Direzione Generale Economia montana e  foreste presso il MASAF che, collegata da remoto, ha valorizzato la capacità del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, l’unico in Italia ad essersi aggiudicato il finanziamento ministeriale sul bando per la rimozione del legname caduto in alveo.

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