ALLE PORTE DI AREZZO, SUL FIUMICELLO

A Palazzo del Pero,   alle porte di Arezzo, il rio Fiumicello, nei pressi della sua confluenza nel Cerfone, ha cambiato volto.

A modificare l’immagine, ma soprattutto a migliorare la funzionalità del corso d’acqua, il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, intervenuto con una efficace “terapia” per “curare” le opere idrauliche presenti sull’affluente del torrente che separa il capoluogo di provincia dalla Valtiberina.

Un restyling indispensabile per restituire efficienza al tratto messo a dura prova dal passaggio delle piene e dalla dinamica stessa dell’asta fluviale  che, a una manciata di chilometri dalla città,  attraversa il piccolo abitato.

Gabbioni metallici deteriorati e ribaltati;  fenomeni erosivi che interessavano le sponde per decine di metri; manufatti sia a monte che a valle del ponte, che attraversa la strada vicinale, con i primi evidenti segni di scalzamento: sono questi i problemi che, da qualche tempo, minavano il funzionamento del rio, aumentando il rischio idraulico a cui era esposta la frazione aretina.

Una volta diagnosticati i “malanni”, è stata studiata ed eseguita la “cura”.

“L’attività di manutenzione sul Fiumicello, inserita tra gli interventi incidentali, è stata completata da poco”, commenta l’ingegner Enrico Righeschi, che nel settore difesa idrogeologica dell’ente, è il referente per le Unità Idrografiche Omogenee  Valtiberina e Casentino. “Lo scopo dell’operazione era di ripristinare quanto prima lo stato iniziale della difesa di sponda per  evitare ulteriori futuri crolli e ribaltamenti dei gabbioni metallici e per  preservare le opere esistenti, anche attraverso la riprofilatura di una parte della sponda destra e la  movimentazione di materiale per ridurre, sempre in destra idraulica,  il fenomeno dello scalzamento al piede delle protezioni spondali”.

Il prezioso lavoro di controllo e di monitoraggio svolto sul territorio dai nostri tecnici, insieme alle segnalazioni di cittadini e amministratori, ci consente di individuare e risolvere le criticità che possono manifestarsi in modo imprevedibile. In questo, come in altri casi, il tempismo dell’azione ci ha consentito di sanare situazioni delicate e mitigare il rischio idraulico in zone dove si concentrano abitazioni e attività”, aggiunge la Presidente Serena Stefani. “Non ci possiamo permettere il lusso abbassare la guardia.  La vigilanza deve essere continua, così come l’attenzione alle indicazioni che provengono dal territorio, che il nostro ente esamina e verifica con scrupolo, per concentrarsi sulle reali situazioni di rischio idraulico”.

 

 

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