IL CONSORZIO INVESTE I RISPARMI

Un sogno dei sangiovannesi sta per avverarsi: dall’Arno verrà “sfrattata” la vegetazione invadente che, con il tempo, lo ha colonizzato. E’ partita lo scorso 27 dicembre 2018 l’operazione di manutenzione straordinaria in cui il Consorzio Alto Valdarno ha deciso di investire  le economie ottenute sugli  interventi effettuati con finanziamenti regionali per rendere più bello e sicuro il fiume, nel punto in cui attraversa la città.

Da qualche giorno operai e macchine sono al lavoro per ridimensionare la fitta e intricata boscaglia di arbusti e alberi, che ha modificato il volto del fiume e ostacola  il regolare deflusso delle acque.

L’intervento,  molto atteso dai cittadini, è importante anche dal punto di vista idraulico, perché  consentirà ai tecnici di monitorare  lo stato delle sponde e di  programmare, se necessario, ulteriori manutenzioni di prevenzione. 

“L’obiettivo – spiega il Presidente dell’Alto Valdarno, Paolo Tamburini –  è di mitigare  il rischio idraulico e, contemporaneamente, di procedere con una complessiva riqualificazione dell’ambiente fluviale. L’iniziativa rientra nel piano straordinario per il ripristino della funzionalità dei corsi d’acqua toscani fortemente sostenuto dal Presidente della Regione Enrico Rossi”.

Il primo intervento del piano, il Consorzio lo ha programmato nell’abitato di San Giovanni Valdarno. Due i tratti interessati: uno  si sviluppa per circa 500 m a valle del Ponte Pertini; l’altro è  compreso tra  la zona a monte del Ponte Ipazia d’Alessandria e l’area di immissione del Borro dei Frati.

“In questa area – commenta il Presidente – il fiume è caratterizzato dalla presenza pressoché continua di barre alternate di sedimenti coperte di vegetazione all’interno dell’alveo ed è fortemente interessato da interventi antropici che, nel tempo, ne hanno modificato pesantemente il corso: l’Arno oggi ha un tracciato quasi rettilineo, ma originariamente, prima della realizzazione dell’argine leopoldino, era fatto di canali intrecciati e meandri”.

Sotto i ferri le tre barre  dove, nonostante il recente  diradamento, troneggiano fitti arbusti, con polloni che svettano sopra i tre metri di altezza. Il taglio sarà seguito dallo sfalcio dell’erba e successivamente dalla rimozione  in alcune zone ben individuate dell’apparato radicale delle ceppaie per restituire la dinamica di  fondo alveo e contrastare il fenomeno dell’erosione spondale. Sarà risparmiata la vegetazione presente alla sommità delle barre, che continuerà a rappresentare un punto di riferimento per gli animali a caccia di un rifugio, tutelando l’ecosistema fluviale.

“Abbiamo scelto  un intervento diffuso, che interessa aree ristrette ma  dislocate su più barre per evitare, durante fenomeni di piena, una eccessiva mobilitazione di sedimenti e  quindi la creazione di  brusche discontinuità”, precisa ancora il Presidente che ricorda: “Il tratto compreso tra i due ponti Pertini e Ipazia d’Alessandria invece non è stato inserito nel progetto perché sarà oggetto di un intervento specifico, che prevede un riassetto globale dell’area  e che attualmente è in attesa di finanziamenti”.

L’intervento in corso invece sarà finanziato principalmente con le economie fatte dal Consorzio. Ma non solo: anche il materiale legnoso ottenuto dai tagli non andrà sprecato. “Nell’ottica della sostenibilità e dello sviluppo della filiera bosco/legno/energia,  la biomassa asportata mediante la rimozione degli apparati radicali sarà sottoposta a cippatura e successivamente riutilizzata a fini energetici”, conclude il Presidente Tamburini.

Intanto una notizia utile per i cittadini: nessun problema se vedrete materiale vegetale temporaneamente accatastato in un’area ben delimitata. E’ previsto dal progetto raccogliere i residui delle lavorazioni in un luogo sicuro, non raggiungibile dalle acque anche in caso di eventi di piena e posizionato in modo da non interferire a con il transito dei mezzi. Al termine dell’intervento sarà allontanato.

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