OPERAZIONE SALVA VALTINA

Il referto non ammette dubbi: molte piante cresciute lungo  il Valtina sono malate. Gravemente malate. Tanto da costituire un costante pericolo per la pubblica incolumità e per la sicurezza idraulica, per di più in un’area già dolorosamente provata e ripetutamente messa in ginocchio da eventi meteorologici importanti, che ormai si ripetono con preoccupante frequenza.

A dirlo è l’indagine condotta ad Arezzo, in località Bagnoro, dal dottor Massimiliano Hajny, esperto in materia e incaricato dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno di controllare lo stato di salute delle piante presenti sulle sponde del torrente, prima di dare il via all’intervento di manutenzione ordinaria di gestione degli individui arborei, programmato sul corso d’acqua.

Il monitoraggio, realizzato all’inizio del 2021 tra i mesi di gennaio e febbraio,  si è concentrato su 132 esemplari di quercia, carpino e robinia: tutti sono stati sottoposti a controlli fitosanitari e fotostatici, condotti anche con l’impiego di tecniche decisamente all’avanguardia.

Al termine di una  scrupolosa valutazione, è stata compilata la “cartella clinica” di ogni soggetto visitato. Pesante il verdetto, che convalida lo stato di degrado percepibile anche solo visivamente.

Per 32 soggetti infatti non ci sono speranze. Le  condizioni, riscontrate con sistemi tradizionali e confermate dall’esecuzione di una sorta di Tac (tomografia assiale computerizzata), hanno certificato la presenza di situazioni irreparabili.

Di qui la necessità di procedere con rapidità alla messa in sicurezza dell’area: operazione la cui urgenza è stata condivisa dal tavolo tecnico riunito in Prefettura (a cui hanno partecipato insieme al Consorzio, la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Arezzo, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, la Regione Toscana – Settore Genio Civile Valdarno Superiore, Comune di Arezzo)  il 15 febbraio 2021 e confermata, più di recente, dall’ulteriore perizia curata dalla Soprintendenza.

Di queste 32 piante,  per evitare l’abbattimento, sei saranno sottoposte a una  potatura di ridimensionamento, le altre verranno rimosse.

L’intervento, affidato a una ditta forestale specializzata, sarà seguito dall’esecuzione del progetto di riassetto idraulico,   finanziato con le risorse messe a disposizione dall’Ordinanza del Commissario Delegato n. 82/2020 e realizzato dal Genio Civile Valdarno Superiore, a cui il Consorzio ha consegnato l’esito del monitoraggio sui rimanenti 100 soggetti vegetali, visitati dal dottor Hajny, che mostrano condizioni diversificate e comunque di minore urgenza.

 “Non si tratta di un’operazione improvvisata e fatta a cuor leggero – commenta la presidente del Consorzio Serena Stefani -. La vegetazione arborea fluviale rappresenta un valore ambientale inestimabile, che i tecnici del nostro ente hanno il compito di gestire in modo il più possibile conservativo, non solo quando si tratta di specie di pregio. Si fa ricorso alla rimozione unicamente quando – dopo approfonditi accertamenti – si ha la certezza di essere in presenza di esemplari   deperiti, malati, vecchi e di proporzioni tali da creare un reale pericolo idraulico o sociale”.

“Dall’analisi effettuata sul Valtina è emerso lo stato di degrado di alcune alberature, stato di degrado che determina un’elevata situazione di rischio imminente per la pubblica incolumità, data la localizzazione in prossimità di viabilità comunali carrabili e pedonali e di abitazioni private. A complicare la situazione si aggiunge il fatto che le stesse sono radicate sulle arginature del torrente, opere idrauliche pubbliche a presidio dell’abitato del Bagnoro – spiega il Direttore Generale Francesco Lisi -. Un’eventuale caduta potrebbe causare rotture improvvise con conseguente esondazione immediata e incontrollabile in caso di piene anche di portata non rilevante. Prima di programmare un intervento di contenimento, comunque, abbiamo  commissionato un’accurata indagine fitosanitaria e fitostatica: sono stati verificati stabilità e  stato sanitario dei 132 individui presenti sul tratto di circa 700 metri, compreso tra il Vingone e l’attraversamento della strada comunale il Colle. Ad ogni soggetto è stata attribuita una classe di rischio secondo la classificazione Failure Risk Classification. A seguito di queste analisi abbiamo individuato priorità e tipologie di intervento.  Il primo step interessa 32 alberature inserite nella classe di rischio più alta. Dal punto di vista ambientale l’operazione, seppure importante, non avrà gravi esiti. Il torrente infatti è caratterizzato da una densità arborea molto elevata. Nella parte investigata la distanza media fra gli individui è di 4,9 m. Sul Vingone è di 32 m. E’ proprio questa elevata densità ad aver creato parte dei problemi riscontrati. Le piante destinate all’abbattimento, infatti, hanno posizione sottomessa rispetto a piante limitrofe più vigorose. Questo ne ha determinato la crescita fortemente inclinata di fusto e branche principali, chiome sbilanciate a bandiera a caccia di luce, disseccamenti parziali di branche e ramificazioni. D’altro canto l’alta densità e la presenza di piante vigorose e ben sviluppate nelle vicinanze mitiga di fatto l’incidenza dell’intervento che, pur essendo consistente, non risulterà fortemente impattante”, conclude il Direttore.

Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, a seguito dei risultati dell’indagine effettuata, ha redatto il progetto per  la rimozione delle alberature classificate a elevato rischio di caduta   su cui ha acquisito le autorizzazioni di Regione, Comune, Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena, Arezzo e Grosseto che, prima di pronunciarsi, ha effettuato un ulteriore approfondimento, approdato alla medesima conclusione. 

Nel frattempo l’ente ha trasferito al Genio Civile Valdarno Superiore, soggetto attuatore dell’intervento di “Riassetto idraulico del torrente Valtina nel tratto finale e del torrente Vingone nel tratto a valle della confluenza, sistemazione del reticolo delle acque basse in loc. Bagnoro”, finanziato con Ordinanza del commissario delegato n. 82/2020, il resto delle analisi sulle alberature presenti lungo il Valtina, mettendo a disposizione il quadro generale dello stato delle piante sul tratto esaminato, che sarà protagonista dell’importante operazione di messa in sicurezza dell’area.

Il progetto interessa 32 soggetti. Per ciascuno di essi vengono descritte le problematiche ed evidenziata la terapia necessaria. Sei di questi, inseriti in seguito a VTA in classe di rischio C-D, saranno sottoposti a interventi di ridimensionamento e riequilibratura della chioma. Per gli altri 26, inseriti in classe di rischio D, è stato prescritto l’abbattimento, da eseguire secondo specifiche procedure  per evitare di arrecare danni alle arginature.

La maggior parte delle piante interessate dall’operazione (il 75% vale a dire 24 soggetti) hanno diametri compresi tra i 20 e i 50 cm. Solo una quercia ha dimensioni notevoli.

Per tutte le altezze vanno dai 9 ai 24 metri.

7 sono robinie (Robinia Pseudoacacia L.), specie arborea non autoctona molto invadente, soprattutto per la forte capacità di riproduzione agamica dopo il taglio. Proprio per questo andrebbe tagliata regolarmente per evitare che raggiunga dimensioni ecessive.

Per quanto riguarda querce e carpini, a parte pochi casi, si tratta di individui cresciuti sotto ad altre piante, con accrescimento fortemente influenzato dalla ricerca della luce. Il fusto presenza spesso forti inclinazioni e la chioma è sbilanciata. La loro rimozione avrà quindi un effetto benefico sulle piante limitrofe e permetterà la crescita di eventuali nuovi polloni.

 Modalità e cartatteristiche dell’intervento con i tempi di chiusura della strada al traffico veicolare sono state illuastrate nella conferenza stampa, che si è tenuta in

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