ARRIVA IL PIANO LAGHETTI

Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno ha partecipato al Macfrut di Rimini, palcoscenico scelto da  ANBI (Associazione nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione) per ufficializzare, il “piano laghetti”, un piano nazionale, messo a punto con Coldiretti Nazionale e da realizzare entro il 2030,  che interessa anche il comprensorio Alto Valdarno.

Nel territorio articolato in 54 comuni e 3 province infatti sono stati individuati alcuni siti per la creazione di “piccole” infrastrutture ad hoc, destinate alla raccolta dell’acqua e capaci di coniugare difesa idraulica, disponibilità di risorsa per uso irriguo o plurimo, miglioramento dell’ambiente e produzione di energia rinnovabile.

Il progetto, strategico per l’agricoltura, lo aveva anticipato la Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno Serena Stefani, qualche giorno fa, intervenendo, in qualità di vice presidente di ANBI Toscana,  al Forum dell’Acqua, organizzato ad Arezzo da Legambiente.

In Toscana, dove continua a prevalere il prelievo autonomo, è tempo di adottare una strategia per migliorare l’irrigazione collettiva. Regione Toscana, Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, Consorzi di Bonifica e organizzazioni professionali agricole devono allearsi per una rapida e tempestiva inversione di tendenza, approfittando anche delle risorse rese disponibili dal PNRR e da altri strumenti di finanziamento”, ha detto nell’occasione la Presidente.

“Lo chiedono gli agricoltori. Lo chiede l’ambiente, messo a dura prova dai prelievi autonomi che impoveriscono le falde, favoriscono la risalita del cuneo salino nelle aree costiere, incidono sulle portate dei corsi d’acqua e alterano gli habitat fluviali. Ad imporre un’accelerazione si aggiunge la crisi climatica che, oggi, obbliga ad irrigare anche le coltivazioni   tradizionalmente non  irrigue, come la vite e l’olivo, da un lato; la richiesta di intensificare le produzioni agroalimentari per favorire l’autonomia del paese dalle importazioni, in seguito al conflitto russo-ucraino, dall’altro”, ha puntualizzato.

“Per l’agricoltura l’acqua ormai è strategica in tutti i periodi dell’anno. Poiché anche gli inverni sono siccitosi e le primavere non sono immuni da gelate notturne. La situazione non può essere fronteggiata solo attingendo l’acqua dai corpi idrici superficiali o dalle falde. E’ indispensabile dotare il territorio di infrastrutture capaci di raccogliere e distribuire l’acqua piovana. Per prima cosa potenziando e sviluppando i distretti irrigui dove l’acqua è già disponibile, come nel nostro comprensorio, che ha la fortuna di poter contare sulla presenza della diga di Montedoglio. In secondo luogo, mettendo a punto la creazione di laghetti da realizzare dove potrebbero essere strategici: piccoli invasi con una capacità di accumulo non superiore al milione di mc di acqua, per uso plurimo. Si tratta di infrastrutture che, raccogliendo l’acqua quando questa è disponibile, contribuiscono a mitigare il rischio idrogeologico, a rendere la risorsa disponibile quando questa serve per l’irrigazione e altri usi. Il modello progettuale  è pensato anche   per contribuire ad alimentare la falda e a produrre energia idroelettrica e solare fotovoltaica”. Alcune di queste strutture potrebbero nascere proprio nel comprensorio Alto Valdarno.

In questi giorni il debutto ufficiale del piano, al Macfrut di Rimini, una delle maggiori fiere internazionali del settore ortofrutticolo, a cui il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno ha partecipato ai massimi livelli con la Presidente Stefani, il Vice Presidente Leonardo Belperio  e il Direttore Generale Francesco Lisi.

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